Ci sono volte che non credo a quello che leggo. Sul serio. Tipo il Chiamparino di oggi. A parte la metafora della lepre (che può anche essere equivocata), ci sono numerose chicche in questa intervista. Leggo, ad esempio, che Chiamparino lancia un nuovo Lingotto: peccato che l'anno scorso avesse partecipato, da noi invitato, al Lingotto/2 – il 27 giugno – e ora nemmeno se ne ricordi, forse perché arrivò da candidato, fece un intervento programmatico e il solito giro di interviste da segretario in pectore e dopo qualche giorno si ritirò dalla corsa, come se niente fosse stato e, come direbbe Elio, senza addurre motivazioni plausibili. E pensare che erano quelle dello scorso anno, le primarie giuste per cambiare il Pd. E pensare che poi Chiamparino al Congresso non intese nemmeno partecipare, rifiutandosi di dare il proprio contributo. Leggo poi che parla bene di Vendola dopo averne parlato male nelle precedenti venti interviste, citando Lord Attlee (sic). E che ora, dopo la boutade su Tremonti, di cui aveva parlato benissimo, fa una mezza retromarcia: invita a non mettere il carro davanti a buoi (o forse il cacciatore davanti alla lepre). Non so dove vogliamo andare, ma così, a mio modo di vedere, non si va da nessuna parte. La coerenza è importante, almeno da un'intervista all'altra. E anche la generosità, a volte, non guasterebbe.
Il nostro terzo nuovo Lingotto, per il Pd e non solo, sarà il 20 settembre. «Aprite questa porta», si chiamerà. Saremo anche a Torino. E in tutta Italia. Così, per informazione. E che poi nessuno dica che non ve l'avevamo detto.

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