Terzo Washington Post in tazza grande.
Preso da una crisi di astinenza da caffeina, mi invento la risposta al Tea Party. Si tratta, ovviamente, del Coffee Party. La mia idea è talmente prevedibile che il Coffee Party, risposta liberal e politicamente 'corretta' al movimento liberista che si richiama allo storico episodio bostoniano, mi dicono, esiste già. «Espresso my self», ci ride sopra Nina, in vena di battute.
La verità è che qui, oggi, abbiamo raccolto decine di punti di vista. Siamo stati alla serata di raccolta fondi di una candidata democratica, ad esempio: lei si presenta come 'real' democratica, contro l'avversaria, accusata di essere «la più repubblicana tra i democratici». Qualche minuto dopo, parlando con altri due democratici di grande esperienza, scopriamo che la rivale accusata di essere troppo timida non è niente male. Anzi.
Siamo stati alla Heritage Foundation, il posto più a destra del pianeta (che proprio la destra, lì. te la sbattono in faccia), e ci hanno spiegato che Obama pensava di aver trasformato il paese, ma si sbagliava, perché gli Usa restano un paese di centrodestra. Curioso che l'argomento «questo è un paese di centrodestra» in Italia lo abbiano adottato un secolo fa i leader del centrosinistra. Per quanto riguarda gli Usa, a novembre lo si vedrà. Per l'Italia, come sempre, citofonare Silvio.
Qualche ora dopo questa analisi conservative, Trevor, fantastico protagonista di MoveOn, ci spiega, invece, che Obama avrebbe dovuto dare di più, fregandosene delle preoccupazioni bipartisan che lo hanno spesso limitato in questi primi anni di presidenza. Che lui, Trevor, ha in ballo dodici campagne, dall'immigrazione al climate change, e ha bisogno di un presidente più coraggioso, per dare energia ai sostenitori.
Nel corso della giornata, ci vengono offerti tre pareri differenti sull'Afghanistan e sul ruolo degli Usa nel mondo. Tutte un po' confuse, per la verità.
Anche questo fa parte di un'idea della politica parecchio diversa da quello a cui siamo abituati. Perché siamo tutti ospiti degli americani, ma gli americani non sono esclusivamente rappresentati dall'amministrazione Obama. E infatti, quest'ultima, ci fa incontrare, soprattutto, quelli che non la pensano come Obama. E che fanno di tutto per fartelo sapere. Domattina si va al Senato, a sentire le due 'campane'. Qui non c'è Schifani. No.

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