Bellezza: un circolo Arci che è una “casa del popolo” dalla storia secolare. Sopresa: centinaia di giovani, che intervengono da ‘grandi’, documentati e appassionati. Una scena da anni Settanta, invece è, finalmente, il 2010. Coraggio: giovani donne e giovani uomini che non parlano in politichese, che si divertono, anche, che non si prendono troppo sul serio, chiamandosi per nome (in uno schema «senza cognomi», da Carlo da Milano a Marco da Pisa, passando per Seble da Bologna e Feliciano da Lucca, che sembra davvero un personaggio de Il nome della rosa). Senza citare mai questo o quel leader (del passato, verrebbe da dire), senza (mai!) discorrere di mozioni, correnti, regolamenti, nomine. Altruismo: idee da condividere immediatamente, per il piacere di farlo e di dare, ciascuno, il proprio contributo. Ore in ascolto, senza fiatare, senza che la sala si svuotasse, con un grande rispetto per tutti gli interventi. Con taccuini, palmari e pc per prendere appunti, senza perdere nemmeno una battuta. Fantasia: la voglia di immaginare un Paese diverso e di raccontarlo con parole nuove. Incontrandosi, come se ci si conoscesse da una vita. Questo è stato Oltre. Oltre ogni aspettativa, oltre i limiti di capienza della sala, oltre gli ostacoli e le timidezze del Pd. C’era tanta gente, c’era un’aria diversa e anche un po’ di sole. C’era la voglia di non lamentarsi, di non raccontarsela, di non stare a guardare. C’era il Pd, forse, come non l’avete mai visto. Ed è solo l’inizio.

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