Nessuna resa dei conti, ma qualche riflessione sì, accidenti. Perché aver perso il Piemonte ci conferma – al di là delle valutazioni proporzionalistiche da Prima Repubblica – che il Nord rimane un territorio sconosciuto. Non è colpa di Bersani, anche se da Bersani ci si aspettava di più, per quanto riguarda l'iniziativa politica nelle nostre plaghe. Come sapete, anch'io confidavo in un risultato migliore, anzi: confidavo in un effetto migliore, sul piano politico e culturale. Quanto alla Lombardia, non è colpa esclusivamente delle scelte del gruppo dirigente locale (in stretto contatto con il gruppo dirigente nazionale), ma la campagna elettorale in Lombardia c'è stata poco, non è stata coordinata, non ha avuto un messaggio chiaro, né forte, né comprensibile. Com'era abbondantemente prevedibile e come ci è stato ripetuto ogni giorno in questa campagna elettorale dai nostri stessi elettori, la dura realtà è che il nostro candidato presidente prende dieci punti in meno del 2005 e una percentuale inferiore a quella delle liste della sua coalizione. Qualcosa vorrà pur dire. D'altra parte, è del tutto stucchevole la critica di una parte consistente della cosiddetta minoranza del partito che, per ovvie ragioni di opportunità, ha condiviso tutte le scelte e ora dà addosso al segretario nazionale. Per uno strano gioco del sistema elettorale, in Lombardia abbiamo fatto incetta di consiglieri e accontentato tutte le correnti e le mozioni (a Milano soprattutto la minoranza) ma il risultato politico è ancora di là da venire. Mi auguro che il gruppo dirigente ora non si chiuda a riccio, non parli dell'1% in più rispetto alle Europee (alle Regionali siamo sempre andati meglio, tra l'altro) e non cerchi la solita, stramaledetta "politica delle alleanze". Tra un po', a furia di parlare di Udc anche dove l'Udc c'è poco, prenderemo il solo voto di Casini (decisivo a corrente alternata, come avrete notato), mentre dovremmo cercare quello degli elettori. So che è più difficile, ma si deve partire da lì, non dai soliti politicismi. Il "modello Liguria" di cui ho letto sui giornali è, purtroppo, del tutto simile al "modello Piemonte" (eccezion fatta per la mancanza della lista di Grillo sulla scheda, se proprio dobbiamo fare i sofisti) e, invece, del tutto diverso dal "modello Lombardia", pur sostenuto dai più stretti collaboratori del segretario nazionale. Dopo anni di timidezze, ritrosie e imbarazzi, c'è bisogno di proposte, ma non di "meno opposizione" (anche perché meno di così è meglio stare a casa): le due cose, come mi ostino a ripetere da anni, vanno insieme. E c'è, soprattutto, bisogno di qualcosa di diverso, per rappresentare le persone, a cominciare dai ceti popolari, che hanno confermato la loro fiducia nella Lega e, tutto sommato, anche in B; e c'è bisogno di far partecipare i 'movimenti', che altrimenti toglieranno sempre più voti a noi, facendo vincere la destra. Cerchiamolo insieme, questo 'qualcosa'. Non perdiamoci in chiacchiere, non difendiamoci a oltranza. Perché così siamo quasi indifendibili: ci sono le solite cinque regioni che votano a sinistra (e meno male che non smettono di farlo), la Basilicata e la Puglia di Vendola. Un altro nostro capolavoro.
P.S.: per le nostre famose analisi, partirei dal dato più evidente, in Lombardia, in Piemonte e nel Lazio: nelle città vinciamo (a Milano no, ma ci siamo capiti), nelle campagne facciamo cacare. Qualche idea, in proposito?
P.S./2: al di là di un gruppo dirigente che è stato quasi sempre eletto, ho visto un partito in difficoltà in molti centri della Lombardia. Che facciamo, lo «strutturiamo», come ci dicevano al Congresso? Qualche azione, in proposito?
P.S./3: s'intende che io sia a disposizione dei nostri 'capi', se a qualcuno interessa. Fino ad ora, mi tocca rilevare, è interessato poco, anzi pochissimo (anzi, hanno proprio espresso un dichiarato disinteresse, vantandosene tra loro). Limiti miei, certamente. In ogni caso, non c'è problema. Fatemi sapere, il mio numero l'avete: è sempre lo stesso da dieci anni a questa parte.
P.S./4: forse è come in quel video con cui Grillo ha messo in difficoltà Mercedes Bresso (lo ricordate? Era stato tolto un 'non'). Ecco all'espressione «è andata bene» premettere un «non». Forse è saltato, youdemocraticamente…

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