Appassionante discussione tra Adriano e Luca Sofri, sulla querelle firme. Adriano punta sulla necessaria rappresentanza di tutti, Luca sul diritto a una rappresentanza degna di questo nome. Il primo ‘concede’ il recupero delle liste della destra, il secondo si dichiara contrario alla loro riammissione. Dirò questo: che la sportività manca agli stessi che hanno combinato i pasticci (Polverini e Formigoni hanno completamente trasceso, nelle ultime ore), che gli errori commessi sono clamorosi (esponenti del Pdl vanno in tv a dire che loro le firme le stavano raccogliendo da giorni, ben prima cioè di aver finito di discutere quali fossero le liste da presentare), che le regole vanno rispettate, perché questo è già politica. Napolitano, per me, ha espresso l’unica posizione possibile: «da Napolitano giunge solo l’invito, tanto pacato quanto irremovibile, ad attendere con serenità i responsi della giustizia amministrativa». Pare che Polverini sia stata riammessa. Che Formigoni sia convinto di esserlo, tra qualche ora. Non si capisce, allora, quale sia la necessità di un decreto, che costituirebbe un precedente pericolosissimo. Ah, da ultimo: le regole non sono oggetto di dibattito, soprattutto a posteriori. E presentare 3500 firme in Lombardia, per un partito che ha qualche milione di voti, non è impossibile. Infatti, le firme Formigoni è sempre riuscito a raccoglierle, nelle tre precedenti edizioni. Forse perché non aveva atteso il giovedì notte (rispetto alla scadenza di sabato a mezzogiorno) per capire se l’amico di Bondi fosse all’ottavo o al nono posto e dove finisse, nella lista, l’igienista dentale (forse, mentale). In quel bailamme di alto profilo, si sono dimenticati a casa le firme, si sono dimenticati a casa la Lombardia.

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