Qualcuno ha aperto anche l’inevitabile gruppo su Facebook. Un mio amico mi scrive: «Sono felice che il Pd investa su di te». Risposta: «Sì, ma con la macchina. Avessero almeno scelto il treno, sarebbe stato più ecologico». Di tutto questo (cattiverie invidie gelosie sgambetti scorrettezze chiusure rivalità mozioni congressi che non finiscono mai antipatie minacce menate di ogni genere riflessioni profonde attacchi personali critiche smarrimento del senso vero e sincero del Pd), però, parleremo a cose fatte, il 30 marzo. Ora, mi candido per il collegio di Monza e Brianza, per il Partito democratico, il partito a cui ho dedicato tutte le mie energie negli ultimi anni. La mia campagna inizia oggi, con Debora e con Matteo, veri amici e politici che vorrei facessero tanta strada (senza fare, però, come la generazione che ci ha preceduto). Costruendo qualcosa, se ne saremo capaci (e loro lo sono). La campagna sarà low cost, come è la mia idea della politica (che potrebbe essere a metà prezzo, a cominciare dagli stipendi dei parlamentari e, oh yes, da quelli dei consiglieri regionali). Privilegeremo il condominio alla tv, la stretta di mano allo spot, gli incontri con i cittadini al gioco delle preferenze tutto interno al partito. Proveremo a costruire una nuova alleanza, inedita, tra giovani e meno giovani, perché anche la Lombardia e la Brianza potrebbero far rima con speranza. Ci batteremo per l’uguaglianza, nella regione in cui le disuguaglianze sono più forti e dolorose. Sconfiggeremo le forze del ‘banale’ e il tatticinismo che alligna anche nel nostro schieramento. Gli slogan saranno tanti, ma quello che mi piace di più è: «Civati, energia rinnovabile». Le fonti fossili le conosciamo bene (quelle metaforiche e quelle che si riversano nel Lambro) e investiamo sul futuro, che ci stanno negando, spacciandolo come qualcosa di troppo simile al nostro mesto presente e al recente (e confuso) passato. Colonna sonora (e non importa se è facile, anzi importa che lo sia, e non importa che Lorenzo l’abbia già adottato Veltroni, anzi importa che lo abbia già fatto, perché quella fu la campagna più bella degli ultimi tempi): Baciami ancora, pensando soprattutto al verso che dice: «Tutto il resto è un rumore lontano» (ma anche a «una tenda al di là della duna» o «son tornate le lucciole» ovvero, ancora, «la giustizia del mondo che punisce chi ha le ali e non vola»). Scrivetemi, nel senso letterale: scrivete Civati. E scrivete alle persone che conoscete "dalle mie parti", perché facciano lo stesso. E, se non avete voglia di farlo, non c’è problema, abbiamo tutta la vita davanti e tante altre cose da fare: non perdiamo, però, l’occasione di «provare a vedere che c’è laggiù in fondo, dove sembra impossibile stare da soli». Partiti?

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