Articolo de Il Cittadino a proposito di una stima del Comune di Monza (sindaco leghista): 64mila stranieri in Brianza, 28mila musulmani (dato superiore alla presenza nazionale: a Milano, ad esempio, sono il 28,9%, la stragrande maggioranza degli immigrati è cristiana). Di questi 28mila, sono 1600 i fedeli ‘sempre’ osservanti, e 2400 gli ‘spesso’ osservanti. Ovvero, 24mila musulmani non frequentano le funzioni. Ora, come capita spesso, un’idea sbagliata della Lega, quella di censire i fedeli di questa o di quella religione (e lo stesso autore dell’articolo, Giuliano Da Frè, ricorda: «le leggi vigenti in materia di identificazione non comprendono l’obbligo di segnalare la religione di appartenenza»), si rivela molto interessante, proprio per dimostrare che il problema moschea, se così lo vogliamo chiamare, riguarda una minoranza della minoranza degli stranieri. E che, forse, come tale, andrebbe finalmente interpretato.

P.S.: quanto all’opportunità di fare le moschee, ci risponde l’esperto di fondamentalismi, Francesco Rutelli, già citato: «Lei pensa che il credo fondamentalista sia più facile da diffondere in un garage o una moschea clandestina, oppure in un luogo dignitoso, controllato e trasparente, dove gli imam estremisti non abbiano accesso? La mia risposta l’ha capita bene. Ed è una risposta che nasce anche dall’esperienza di presidente del Comitato di controllo dei servizi». Rutelli, poi, rincara la dose: «Ma bisogna esigere reciprocità: dobbiamo e possiamo ottenere molto più rispetto e molta più sicurezza per i cristiani nei Paesi musulmani. Troppe volte debbono nascondersi o fuggire da persecuzioni».

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