«L’attività umana in una società complessa va intesa, come nel caso della biosfera, come una generale impollinazione, frutto delle molteplici interazioni che creano ricchezza. La prospettiva non si deve limitare alla sola produzione del miele venduto sul mercato. Il calabrone, per esempio, non fa il miele, non punge, sembra che non serva a niente se non a spaventare i bambini o gli adulti un po’ paurosi. Ma anche lui sparge il polline: è indispensabile al ciclo della fecondazione. Al punto che non c’è impollinazione nelle serre sature di pesticidi e fitofarmaci. Insomma, i calabroni sono come la nostra popolazione inattiva (disoccupati, pensionati, studenti), la cui produzione materiale è vicina allo zero, ma che partecipa a questa impollinazione, alla produzione di reti, di informazioni, di legami sociali. […] La sfida di oggi e per il futuro è favorire l’impollinazione sociale e l’intelligenza collettiva».
Daniel Cohn-Bendit, Che fare? Trattatello di fantasia politica ad uso degli europei, Nutrimenti, Roma 2009, pp. 77-78.

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