Regione Lombarda è la prima amministrazione di destra ad avere di fatto riconosciuto il fallimento delle ronde, così come proposte dalla Lega e istituzionalizzate dal ministro dell’Interno. Ora si parla di zone di controllo del vicinato. Una ‘stronzata’, direbbe qualcuno. L’unica cosa interessante della solita iniziativa propagandistica, con tanto di bollo e di logo, è il concetto di vicinato, che anche noi abbiamo voluto frequentare qualche tempo fa (senza che nessuno, ovviamente, prendesse in considerazione la nostra proposta). Solo che per noi si trattava di un’iniziativa politica, non una variante della delazione: centralità dei consigli di zona e ai comitati di quartiere e coinvolgimento delle associazioni riconosciute (italiani e stranieri, se si può, perché è dalla loro ‘alleanza’ che passa anche la soluzione). Con un motto molto semplice: i cittadini facciano i cittadini, i vigili facciano i vigili. E i politici? Se ci riescono, tornino a fare politica, pensando prima di tutto a cose che funzionino. Non solo e non tanto a prendere a voti. Ma a risolvere i problemi. Perché faccio una profezia, come già per le ronde: anche questa iniziativa non darà alcun risultato concreto, se non quello di far parlare di sé. Più che il «controllo di vicinato», ci vorrebbe un «consigliere di vicinato» e risorse e strumenti per chi si occupa dell’ordine pubblico, da una parte, e chi dell’intervento in campo sociale, dall’altra. Già.

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