Sono in Sardegna. Uno dei candidati alla segreteria regionale è sostenuto, in alcune province, da sette liste (sul serio). I nomi sono fantastici, ce n’è per tutti: «La Sardegna con», «Insieme per il Pd», «Città democratiche», «Riformisti e democratici sardi», «Democratici della Sardegna», «Più sardi, più democratici». E più liste, aggiungerei io. Perché è del tutto evidente che sono proprio questi ‘metodi’ a compromettere l’unità del Pd. Perché a ogni lista, corrisponde una sensibilità, per dirla con un eufemismo. E, come già in occasione delle primarie del 2007, in filigrana si possono intravvedere le correnti. Per questo, abbiamo voluto presentare una lista soltanto, rifiutando le proposte di chi voleva mettersi in proprio per sostenere, autonomamente, la terza mozione. La prossima volta, però, mi attrezzo anch’io: «Democratici con Pippo», «Civati democratico», «Con Civati per cambiare ma anche no», «Il futuro non è più quello di una volta», «Lombardi e democratici con Civati», «Riformisti per Civati», «Conservatori per Civati», «Giovani e anziani con Civati». Tutti «Correntizi per Civati», insomma.

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