L’Al Gore di Varese analizza i dati del tesseramento al Pd: nonostante tutto, il primo partito d’Europa per numero di tessere. Segnalo però che molte perplessità continuano ad accompagnarmi, a cominciare da una campagna di adesioni molto debole fino a qualche tempo fa, rilanciata con il giusto impegno soltanto nelle ultime settimane. Moltissime tessere sono state rilasciate a Sud di Roma, pochissime nel Nord. Un fatto che deve farci riflettere. Alcuni ne hanno fatte troppo poche, insomma, altri troppe e tutte insieme, superando il numero di voti espressi a favore del Pd (verificate qui: in alcune località, cioè, il Pd ha più tessere che voti, benché la "soglia di attenzione" fosse collocata al rapporto del 25% – ovvero: una tessera ogni quattro voti). Credo sia un problema di rappresentatività di cui parlare, un problema che riguarda tutto il partito, la sua credibilità, la qualità del suo Congresso. Qualcuno dice che la proporzione possa essere corretta facendo riferimento al numero assoluto di voti validamente espressi alle elezioni, che consentirebbe alla regione più popolosa, la Lombardia, ad esempio, di contare ancora qualcosa dal punto di vista numerico a livello nazionale (così come stanno le cose, infatti, la Lombardia conterà pochissimo al Congresso del Pd, c’è poco da fare). Non so se sia l’unica strada percorribile, ma non ho sentito proposte più convincenti, né mi pare di avere sentito parlare da nessuna parte di una sonora condanna nei confronti di alcuni metodi praticati da nostri "amici e compagni" democratici. Un vero peccato.

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