Un’ultima precisazione. Più d’uno sostiene che i Piombini siano radical chic. I giornali da tempo ci rappresentano così, del resto. Rispondo con tranquillità che noi siamo radical (nel senso di Obama), ma siamo radical circoli. Con Oleg Curci, da mesi, lavoriamo a proposte credibili per migliorare il funzionamento del Pd (perché solo un partito che funziona è davvero democratico). Da tempo ripetiamo che vogliamo un partito strutturato, ma non da fine Ottocento, un partito strutturato e contemporaneo insieme, che sappia coniugare strumenti tradizionali e innovativi. Il nostro percorso all’interno del Pd è iniziato a gennaio, quando tutto andava a rotoli, ha attraversato l’Italia ed è stato un viaggio circolo dopo circolo. Da Milano a Genova, a Cremona, a Foggia, a Pistoia. La chiamammo carovana del Pd, perché volevamo ripartire dal territorio e dalla struttura del partito, per capire se si poteva fare qualcosa per cambiarla. Per fare emergere le proposte che tanti democratici di base hanno maturato, negli ultimi anni, con più chiarezza di quanto non sia accaduto ai nostri dirigenti nazionali. Per dare voce a chi non è mai stato ascoltato. Per me i circoli che abbiamo visitato sono chic, molto chic, insomma. Avrebbero bisogno di più attenzioni, di più risorse, di strumenti migliori e soprattutto di una direzione politica chiara, da costruire insieme, in un processo il più possibile partecipativo e inclusivo. Questa è una delle nostre idee per il Pd. E da stasera, con il grande cocomero milanese, e poi a Scandicci, e poi a Broni, e poi in tutta Italia, questo è il messaggio che vogliamo offrire al Pd. E, se riusciamo, anche a quella parte di Paese che ci guarda ancora con interesse. Nonostante tutto quello che è successo negli ultimi tempi. P.S.: a proposito di sciccherie, consiglio di guardare questo documentario: girato l’anno scorso, mi pare molto attuale.

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