Capita anche di leggere cose del genere: «Sui giornali ho seguito l’incontro dei così detti ‘Piombini’, i giovani quarantenni del Pd che si sono ritrovati anche ieri a Roma. A parte che io a quarant’anni avevo già due figli di venti e i capelli bianchi, ma ho voluto comunque leggere attentamente il loro programma, che, in buona sostanza, consiste solamente nel voler mandare a casa Marini, Fassino e D’Alema. Beh se questa è la classe dirigente del domani, il domani non c’è. La sinistra è finita». Così Peppino Caldarola a "Red-azione" su Red Tv intervistato da Piero Sansonetti. Rispondo (anche se non ci sarebbe proprio nulla da rispondere) che noi, ieri, a Roma, abbiamo chiesto un confronto ai leader a cui Caldarola è così affezionato: un confronto aperto, alla pari, senza ‘inibizioni’ (l’ho fatto personalmente, dicendo di chiudere con la stagione dell’under 21, per capirci). Forse è stato male informato o forse ha preferito disinformare a sua volta il vastissimo pubblico di Red Tv. Tra l’altro, non siamo noi ad avere usato un punto di vista generazionale, anzi, lo abbiamo precisato anche ieri: per noi si tratta di un fatto eminentemente politico (che poi riguardi, questo fatto politico, anche i figli di Caldarola, nostri coetanei, è un altro discorso). Non è questione di avere quarant’anni o i capelli bianchi, essere giovani e liberi o condizionati dalla ‘tradizione’: è questione di usare il cervello e di non dire fesserie. Sono spaventati? Per così poco? Il venerando Caldarola non si preoccupi: noi non ci facciamo intimidire. E non vogliamo essere la classe dirigente del domani (vanno così bene quelli che ci sono già…), vogliamo solo far funzionare il Pd. Magari continuando a farne parte.

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