Andrea è preoccupato per Formigoni. E ha ragione. Oggi sul Foglio («L’ottimismo della Regione», pensate un po’), dice che Obama l’ha deluso e che il Pdl è come la Dc di Sturzo (uguale). La sua è una scelta minoritaria: persa la sfida nazionale, il Nostro (anzi, il Loro) si rifugia in ReteItalia (si scrive così, ma si legge Comunione e Liberazione) che non è una corrente, anche se lo è (boh). Dice che la Lombardia sta meglio di altre regioni (forse vive in Trentino), non ha i soldi per la cassa integrazione, ma saluta come «grandissimo» l’accordo Stato-Regioni sugli ammortizzatori sociali. Anche l’intervistatore, in un sussulto di dignità, dice che l’unico progetto che va è la nuova sede della Regione, il Formigone piantato sul bosco di Gioia, ma lui spiega che stanno arrivando i risultati (ovviamente, nella prossima legislatura, s’intende). Nel frattempo, Marco Mazarino De Petro è stato condannato per Oil for food (i giornali milanesi quasi non ne parlano, ci tocca leggerlo sul Secolo XIX). E la Regione non si è costituita parte civile nel processo, come avevamo chiesto. Strano, vero?

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