Reduce dalla riunione della direzione regionale del Pd e, soprattutto, dalla discussione con moltissimi di voi, posso dirvi che ho maturato la posizione da tenere sabato, la mia personale e quella intorno alla quale cercherò di raccogliere il consenso più ampio. Mi sono convinto che non si possa optare per la soluzione transitoria e che un segretario reggente, proposto in tutta fretta dalle ‘componenti’, non avrebbe l’autorevolezza sufficiente per affrontare il periodo che ci attende. Lo dico con preoccupazione, certo che sia proprio l’alternativa che ci è stata sottoposta, in così poco tempo e senza aver nemmeno convocato la direzione nazionale, a non essere convincente.La “terza via” a cui pensavo oggi (che per la cronaca era la scheda bianca, accompagnata da una mozione politica sulle cose da fare) è stata superata nei fatti dalla candidatura di Parisi e dal subbuglio che è andato montando nel corso della giornata. Non voterò Franceschini, dunque, né credo che le sue parole, purtroppo, potranno rassicurarmi: credo che sia meglio rivolgerci ai nostri iscritti e ai nostri elettori, anche se questo vorrà dire trovare un segretario che non corrisponda perfettamente ai miei desiderata. Il paradosso – che qualcuno ha sostenuto anche stasera – sarebbe quello di rimettere Veltroni al suo posto, per concludere il suo mandato. Prospettiva impossibile e non credibile dopo quello che è successo martedì. Dal momento che sono il candidato del collegio di google, però, credo che sia importante anche accennare alle cose che sosterrò, sabato e nelle prossime settimane: le famose cose da fare, che mi sembrano, in ogni caso, molto più importanti delle persone che le faranno. Il catalogo è questo: 1. Sulle questioni di indirizzo decidono gli iscritti, che finora non sono mai stati coinvolti. 2. Semplificazione degli organismi nazionali, per un partito più comprensibile ai suoi stessi militanti. 3. Rilancio (o superamento) del governo ombra, con la scelta di campagne politiche e non solo di comunicazione, strutturate e di forte presa sulla popolazione. 4. Primarie o ampia consultazione per la scelta dei candidati alle Europee, nel segno del rinnovamento e dell’apertura del Pd a figure, idee e profili nuovi. 5. Forte autonomia territoriale del partito, per scelte responsabili e consapevoli. Su questo mi impegno. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito a precisare questa posizione, che immodestamente cercherò di rappresentare all’assemblea nazionale.

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