Vuoti gli uffici in Regione per la stagione estiva. E allora si può girare come il bambino di Shining, su di un triciclo, senza incontrare nessuno, come all’Overlook Hotel. E l’Overlook diventa Overbook… sì, perché la Giunta regionale se ne è inventata un’altra delle sue, deliberando che i ticket per gli esami e le visite vengano pagati all’atto della prenotazione. Per evitare l’overbooking, ovvero la possibilità che i cittadini si prenotino per più di una visita, cercando di accorciare la lista d’attesa con l’individuazione progressiva della soluzione più veloce e comoda. Una decisione non nuova, che è già stata sperimentata in Toscana (dove esiste però anche un sistema di risarcimenti per i pazienti che aspettano troppo), che lascia parecchio perplessi. Per evitare che ci siano più prenotazioni e per rendere più semplice l’esercizio della famosa libertà di scelta, propagandata fino alla nausea da Formigoni, basterebbe un database. Un archivio che tenga conto delle prenotazioni, che eviti doppioni, e che consenta – attraverso un banale motore di ricerca – di individuare la soluzione migliore, la visita più adeguata e veloce. Ma nella Regione più avanzata del mondo, a sentire i nostri amministratori, si invitano piuttosto i cittadini a pagare i ticket all’atto della prenotazione. Magari per una visita che si terrà anche cinque mesi dopo. Così, se si trova in seguito un’altra possibilità, si paga un altro ticket. Bello, no? Dal momento che il centro di prenotazione promesso a ogni Piano sociosanitario arriverà tra molto tempo, abbiamo chiesto oggi che ci sia un periodo di tempo per disdire la prima visita, se se ne individua una seconda più vantaggiosa dal punto di vista del tempo e della distanza. Perché il cittadino possa almeno disdire, in una Regione che funziona peggio dell’ultima agenzia turistica e dove, per una camera all’Overbook Hotel, bisogna pagare in anticipo. Lo slogan perfettamente kubrickiano è: il ticket ha l’oro in bocca.

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