La Stampa titola: «E a Torino crollano i ricoveri in ospedale». 3,2% di stranieri curati rispetto a una media dell’8% fino ai giorni scorsi. Dice Paolo Simone, chirurgo oncologo: «Non è solo un problema di pronto soccorso. Io penso a quei disturbi che se analizzati in tempo permettono di diagnosticare malattie prima che si aggravino o prima che si espanda un contagio». Simone pensa «ad esempio alla tubercolosi»: «Chiunque avrà un disturbo e tema che rivolgendosi a un medico sarà rimpatriato, eviterà di chiedere aiuto». Sono soprattutto le donne e i bambini in pericolo. Pensiamo a una badante moldava non regolare (perché non messa in regola o perché in attesa del permesso di soggiorno) con un bambino. Farà di tutto per resistere «fino allo stremo» prima di rivolgersi ad una struttura sanitaria, dice Mohammad Reza Kiavar responsabile dell’ufficio immigrati della Cisl. Maroni è riuscito a fare il cattivo. Ora, se gli riesce, faccia l’intelligente e ritiri questa norma abnorme. E non è un gioco di parole.

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