In molti mi scrivono, quasi tutti hanno perso la pazienza. Si tratta del caso Cosentino che anziché dividere la destra, divide il Pd. Il caso in questione è l’ennesimo autogol politico del Pd. La vicenda è complessa. Perché Cosentino è oggetto di accuse infamanti, da parte di alcuni pentiti le cui dichiarazioni sono riportate da un’inchiesta, non della magistratura, però, ma de l’Espresso. Chiederne le dimissioni è giusto, ma obiettivamente non molto fondato. Di qui le divisioni. Voti favorevoli, astensioni dichiarate (e non) e assenze tattiche (compreso Tenaglia, che evidentemente aveva un impegno-ombra, di dieci minuti dieci). Per me l’errore è presentare una mozione di sfiducia sulla quale il gruppo non è d’accordo, per poi fare la figura dei dilettanti. Ma forse ieri, più che una mozione contro a Cosentino, si trattava della mozione di sfiducia a Soro. Quello con la ‘o’.

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