A volte mi chiedo se la nostra sia una maledizione. Perché, dopo i manifesti sul Medio Oriente (per la serie: “Israele ma anche Palestina”), è arrivata la campagna tematica sul precariato. Il messaggio è forte e chiaro e, aggiungerei, anche giusto, perché il precariato è un’emergenza nazionale, rispetto alla quale il Pd – magari riferendosi a Ichino e a Boeri – potrebbe lanciare una grande mobilitazione. Ci si chiede, allora, perché limitare tutto a un manifesto così, senza pensare davvero a una campagna di comunicazione. Per la quale un manifesto così, appunto, non serve letteralmente a nulla, se non è accompagnato da altri strumenti di comunicazione e di informazione, da una generale partecipazione del partito, da una comunicazione mirata a chi, il precariato, lo vive. «Scade il 29 marzo», recita, tra l’altro, il manifesto. Che probabilmente scadrà molto prima.

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