«C’è gente che dice che vuol lottare e poi confonde il fischio d’inizio della partita con quello dell’ultimo minuto, e va a casa». Così Benni, in Saltatempo, il libro a cui E’ tempo è ispirato. Perché Saltatempo è dotato di un orobilogio, di un orologio interno, molto sofisticato, che ti consente di prevedere quello che accadrà, di ricordare il passato, di superare il tempo, di riavvolgere il nastro e, insomma, di guardare al futuro con un po’ di speranza e di coraggio, come vuole Obama. Ecco di cosa si parlerà questa sera, mentre sono sottoposto allo stillicidio dei messaggi di tutti quelli che vorrebbero tanto esserci, alla presentazione, ma non ci saranno (peccato). Si parlerà della necessità di uscire, una buona volta, dal ma anche, che ha fatto il suo tempo, appunto, e di ripercorrere l’evangelico: «sia invece il vostro parlare: sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno [e sappiamo dove abita]» (Matteo, 5, 37). Della necessità improrogabile – parlando di tempo – di organizzare un discorso politico qui in Lombardia, capace di ripensare un modello che da troppo tempo ci accompagna (Formigoni si candiderebbe, nel 2010, al quarto mandato). Di rispondere alla straordinaria «mitopoiesi populista» (per dirla con Lea) del berlusconismo di governo, con una proposta politica chiara, razionale e comprensibile. Un’idea che a me pare di scorgere in un profondo ripensamento del concetto di cittadinanza, di partecipazione democratica, un progetto politico, cioè, finalmente, di forte impatto sulla vita dei lombardi. Di qui la riflessione sul tempo e sulla sua organizzazione, come chiave di lettura sia dal punto di vista individuale, sia dal punto di vista collettivo. Di qui l’esigenza di aggredire questioni, come quella ambientale (in primo luogo, il consumo di suolo), di interpretare partite, come quella della mobilità, di superare luoghi comuni inquietanti, come quelli legati all’Altro e al Diverso. Il Pd deve diventare grande, oggi, non può più aspettare. E guardare al 2010 sapendo che la campagna elettorale è già iniziata, anche se noi, ancora, non c’eravamo e, se c’eravamo, dormivamo sonni molto agitati. Il fischio d’inizio non va confuso, insomma, con quello dell’ultimo minuto. Perché l’avventura del Pd è appena iniziata. E, come si legge ancora in Saltatempo, «non puoi sapere se nel tuo fiume c’è un mulinello pronto a strangolarti, se dietro la curva la strada prosegue in salita o sprofonda in un burrone, se c’è ad attenderti una locanda o lo sceriffo di Nottingham». E molto, quasi tutto, dipenderà da noi.

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