Settembre è arrivato, ed è tornato Walter. Ne sentivamo la mancanza. Qualcuno di noi aveva pensato di pubblicarne la foto sul cartone del latte. Qualcuno aveva pensato di richiamare la sua attenzione dedicandogli My brother, where are you? dei fratelli Coen, altri, di fronte agli attacchi invero molto generosi indirizzati al nostro leader, avevamo rispolverato un simbolo a noi tanto caro. Avevamo temuto, tutti, che sarebbe finita come sempre, con le correnti, le divisioni, le ambiguità di un centrosinistra capace di guardare all’Italia solo con lo specchietto retrovisore. Incantati dalla Circe arcorese, che ha già ridotto l’opinione pubblica come potevamo immaginare, avevamo perso la strada di casa, c’eravamo chiusi in noi stessi, avevamo ripreso quel linguaggio involuto a cui avevamo affidato tutte le nostre strepitose sconfitte. Walter non c’era e, come è stato detto, se c’era, dormiva. A luglio gli regalai Un giorno questo dolore ti sarà utile: il giorno è arrivato. Ieri a Firenze, alla Fortezza da Basso, Walter ci ha offerto un grande discorso. E non importa se Salva l’Italia è un po’ fumosa, se la manifestazione del 25 ottobre è tutta da pensare, se il Pd è ancora in gran parte da costruire. Importa che ci siamo, dopo tanto, troppo tempo. Bentornato, caro Walter, ti stavamo aspettando.

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