Grande entusiasmo per la candidata alla vicepresidenza Sarah Palin. Donna, aggressiva, gnocca in gioventù, ha sempre un fucile in mano (e sembra sparare a tutto quello che le si muove intorno), offre a McCain un po’ di quello smalto che lui di certo non ha, ribalta il modello clintoniano (nel senso di Hillary) e rilancia su temi centrali come quello della famiglia (anche nel senso della figlia che a furia di campagne contro la contraccezione è rimasta incinta non ancora maggiorenne). A me lei non è simpatica, tipo Yoko Ono. Tipo Joe Lieberman, da sempre affascinante come le schegge sotto le unghie. Rappresenta tutto quello che, in politica, non mi piace. Quello che mi chiedo, però, leggendo le cronache della convention repubblicana in cui lei parla ripetutamente di un Obama inesperto, è – banalmente – quale sarebbe l’esperienza di una governatrice di uno Stato che è meno popolato della futura Provincia di Monza e Brianza. Per dire. E per rimanere in tema, bella la battuta di Huckabee: « Sarah Palin ha avuto più voti come sindaco di Wasilla in Alaska di quelli che Joe Biden ha avuto come candidato alla presidenza». Attenzione, però: segnalo infatti che molti consiglieri regionali hanno preso più preferenze di lei. La prossima volta, se tanto mi dà tanto, la nostra esperienza ci porterà a Washington. Wow.

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