Sono giorni ormai che seguo il confronto tra Zapatero e Montilla, presidenti rispettivamente del Gobierno e del Govern (nel senso della Generalitat catalana), sulla questione del federalismo e della distribuzione delle risorse tra le varie autonomie in cui è articolato il sistema istituzionale spagnolo. Da noi sta per succedere la stessa cosa. Si scrive Extremadura, si legge Basilicata. Si scrive Andalucía, si legge Campania. Come in Spagna, ogni Regione ha un’opinione differente. C’è chi apprezza molto l’idea, chi la teme, chi la rifiuta a prescindere. Se si pensa che la proposta viene da Calderoli, che ha già devastato il Paese con la legge elettorale peggiore di tutti i tempi, c’è da aver paura. Se si pensa a Lombardo e a come mezzo Pdl vivrà una riforma così radicale, c’è da ridere. Se si pensa a che cosa deve fare il Pd, c’è da sperare che sappia interpretare il suo ruolo, di partito nazionale, federalista e equilibrato. E’ l’unico partito sulla scena italiana a potersi permettere una funzione di questo tipo, mentre nella destra voleranno gli stracci tra leghisti, post-fascisti-sempre-centralisti, clientelisti e feudatari d’ogni tipo. Vedremo.

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