Avevo promesso una riflessione sull’integrazione e sull’intercultura, ed ecco che, dopo una pausa in un pessimo phone center nei pressi della Rambla, questa si è manifestata in tutta la sua limpidezza. Il phone center è pulito e sembra un auchan dei phone center, perché ha una fila di computer che non finiscono più, e spazi larghi, e comodi.  Inutile dire che ci sono persone che vengono da tutte le parti del pianeta. Diversamente dagli altri, in questo spazio è tutto apparentemente perfetto, ampio, rigoroso. Solo che non funzionano i computer, che si impallano e ti tocca aspettare delle ore prima che carichi la pagina. L’apparenza inganna e ti viene da pensare che non ci siano più i phone center di una volta. Ma veniamo al punto. A Barcellona l’integrazione si promuove soprattutto a  livello di quartiere, sfruttando una vasta rete di associazioni territoriali, di vicinato, di consuetudini sociali molto forti. Un modello che in Italia conosciamo molto bene. Mi chiedo: perché non utilizzare queste istituzioni tradizionali, come strumento per l’integrazione? Ovvero, perché non orientare il lavoro delle zone e delle circoscrizioni, cioè delle sedi di decentramento amministrativo delle medie e grandi città, a questo tipo di sfida? Molti si chiedono, da tempo, a che cosa servano questi organismi di rappresentanza, nati nella stagione della grande partecipazione popolare dei Settanta, che oggi sembra lontana anni luce. La risposta non è facile da dare, perché il tratto burocratico di questi organismi è a volte addirittura imbarazzante. Non mi vengono altre idee, se non immaginando che essi si occupino soprattutto della società che cambia ovvero del tema politicamente più affascinante e complesso dei prossimi anni. Non possono essere che strutture locali, i piccoli Comuni e, appunto, le sedi del decentramento amministrativo ad affrontare il problema. Solo loro possono farlo a contatto con la vita quotidiana delle persone, diventando luoghi di socializzazione, avanzata, di occasioni di scambio e di confronto culturale. Ci si può arrivare. Sarebbe straordinario. Credo che il Pd, se vuole davvero occuparsi di futuro come continuiamo tutti a ripetere, debba elaborare una proposta di questo tipo. Per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, lo farò.

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