Come sapete, dopo la fine della campagna elettorale, come già l’anno scorso, mi sono detto: meglio non chiudersi in ufficio. Meglio elaborare il lutto dandosi da fare. Ed è partito il progetto de Il grembiule e non passa sera – o quasi – che non visiti Feste democratiche. Mi sembra l’unico modo per dare sostanza ad un’iniziativa politica che latita, che sembra smarrita e che si ritrova solo nei gruppi iperpoliticisti di questa o quella corrente. Ho perciò molto apprezzato, da lontano, il tour che Gianni Pittella ha iniziato qualche giorno fa attraverso il Mezzogiorno, con 150 tappe nel corso delle prossime settimane. Mi sembra un’ottima idea (e faccio finta di non aver letto l’Espresso, che la vede esclusivamente come trama dalemiana vs. Veltroni), che a sua volta ricorda iniziative che in passato ho assunto personalmente e che mi hanno dato molte soddisfazioni. Perciò, credo, che a settembre, oltre a celebrare le Feste democratiche più importanti, ad avviare il tesseramento e a preparare la manifestazione del 25 ottobre (un programma già molto ricco), valga la pena di lanciare anche in Lombardia un road show del Partito democratico, apparso in questi mesi fin troppo riflessivo, per non dire ombelicale. Il gruppo del Pd e il nuovo capogruppo, Carlo Porcari, potrebbero essere i protagonisti di questo viaggio attraverso la Lombardia, un percorso che vada incontro alla società, che l’attraversi, che cerchi di ristabilire quelle relazioni che sono andate in parte perdute. Possiamo e dobbiamo farlo, con un po’ di coraggio. Ne parlo subito con chi di dovere.

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