Tra qualche minuto sapremo che cosa avranno deciso Veltroni e i segretari regionali riuniti a Milano. Maurizio Martina ha detto di non essere d’accordo con l’idea del Partito del Nord sostenuta, tra gli altri, da Filippo Penati. A Roma, come avevamo abbondantemente anticipato, non ci sentono proprio. Da tempo molto preoccupato per le etichette che continuiamo ad attribuirci, ho già fatto una proposta semplice semplice. Una forte autonomia delle strutture regionali del partito (non era un partito federale, il nostro?), un coordinamento forte tra le cinque autonomie del Nord, una struttura di coordinamento composta dai segretari regionali e dalle figure più eminenti, una per ciascuna regione, che diano spessore e visibilità alla nostra iniziativa politica. Un coordinamento che dia dei segnali, ogni mese, che offra una direzione politica su alcuni temi di interesse generale, che sappia individuare insieme le migliori forme per un radicamento e un rilancio dell’iniziativa del Pd. Non vorrei che, siccome il Partito del Nord non si fa, non si faccia nulla. Sarebbe il solito errore, e l’ennesima puntata di una storia che conosciamo fin troppo bene. I Nordem non andranno bene: si sappia però che da questi parti allignano i Perdem, nel senso letterale. Perdémm.

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