Lapidario

Il titolo è strepitoso: A volte ritornano sempre. Lo pseudonimo, curioso: Spoon Tever. La citazione di Mark Twain sulla quarta di copertina, un motivo sufficiente per acquistare il libro: «Supponiamo che tu sia un idiota e supponiamo che tu sia un membro del Congresso. Ma mi sto ripetendo». Si tratta di un pamphlet in forma di epitaffio uscito per i tipi di Baldini Castoldi Dalai. Sono 52 ritratti postumi di politici verosimili. Mi permetto di aggiungerne uno (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale o quasi). Il titolo è: Soltanto qui (e non altrove).

Volevo andare. Sono andato e son tornato.
Mi han chiesto di restare.
Come se vi fosse,
all’altezza del grande fiume che dichina a fondo valle,
una linea immaginaria e invalicabile.
Non pensavo, sinceramente, no, non lo pensavo,
che si potesse concepire che, in questa regione,
il mio trono fosse anche la mia tomba.
Fui un modello. L’han scritto a chiare lettere.
Come la lapide che ora mi racconta
fui ingessato a queste mura.
Statuario. Inamovibile.
Insostituibile, anche quando mi sarei
sostituito volentieri da solo.
Fui presidente di tutti. E anche un po’ di più.
Soltanto qui e non altrove.
Volevo andare. Sono andato e son tornato.
Mi han chiesto di restare.
Soltanto qui e non altrove.

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