Sono tornati. Sono i Democratici del Nord. Quelli del partito del Nord. Quelli che dovevano spaccare il mondo, e poi si sono persi per strada. Repubblica oggi apre le danze. Ci vuole un Pd del Nord. Dalle segreterie regionali arrivano voci contrastanti, ma si fa fatica a capire come possano fermare una simile iniziativa. A Roma, ancora non si sa se hanno cambiato idea (sono sempre stati contrari). Il punto per me è che ci vuole una politica del Pd al Nord, perché la questione settentrionale è immediatamente una questione politica nazionale. Che ogni realtà regionale del partito dovrebbe (anche nel senso dell’«avrebbe dovuto») declinare la campagna elettorale e politica sul territorio. Che una forma di coordinamento è necessaria e improrogabile. Se ne parla da anni, non se n’è fatto mai nulla. Un coordinamento del Nord ci vuole, che tenga insieme i quattro (o cinque) segretari regionali e una personalità per ogni regione: Chiamparino, Penati, Cacciari, Illy ed eventualemente Cofferati. Potrebbe anche esserci un vicesegretario del Nord, da affiancare a Veltroni. Le soluzioni sono tante: l’importante è che non siano burocratiche o di facciata. Ma soluzioni politiche. Noi proseguiremo il nostro viaggio, consapevoli che la strada è lunga. Molto lunga.

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