In pochi minuti sono passato dalle proiezioni sui dati elettorali alle promozioni delle compagnie aeree. Dai voti ai voli. Mi attende una casa a Barcellona. Una bella città, dove il Psoe ha stravinto e dove una ministra, Carme Chacón, non solo è stata confermata, ma addirittura promossa alla Difesa. Vado via, insomma, e mollo tutto. Tra qualche giorno, ritornerò, che cosa avevate capito? Nel frattempo, rifletterò parecchio. Anche sul mio personale e modestissimo contributo alla causa e sulla sua (non incredibile, a questo punto) inutilità. Intorno a me, i dati sono quelli di sempre, con un buon risultato nelle grandi città, uno discreto nei centri di media grandezza (come Monza) e un dato a dir poco pessimo nella provincia diffusa. Una sindrome da democratici, nel senso americano del termine. Si vince nelle metropoli e si perde tutto intorno. In Lombardia, non appena la strada si mette a salire, e l’altitudine supera i 150-200 metri, noi perdiamo voti. Sempre. Ed è la vittoria di Bossi, certamente, ma anche l’affermazione di B, il quale, con il suo nuovo partito (quasi nuovo, quasi partito), ha sfiorato il 40%, come non era quasi mai capitato nemmeno alla DC. L’astensionismo del 3% ha così riguardato soprattutto la sinistra-dai-tanti-colori e il resto l’ha fatto la pesante eredità dei due anni vissuti pericolosamente. Abbiamo entusiasmato i nostri, ma non abbiamo saputo forzare un blocco sociale che ci ha voltato le spalle da tanto tempo. In Lombardia, soprattutto. Spero che altri facciano analoghe riflessioni, perché mi è parso che "qui da noi" ci siamo affidati troppo all’aviazione (Veltroni) e poco alla fanteria (tutti gli altri). Ora vado. Hasta luego.

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