Il video del post precedente e le frasi di Veltroni in esso contenute mi ricordano uno degli episodi che più amo citare nel corso dei miei interventi elettorali. Si tratta del dialogo tra gli Ateniesi e i Melii, durante la Guerra del Peloponneso, così come ci è stato consegnato da Tucidide. Gli abitanti di una piccola isola dell’Egeo accolgono la delegazione degli Ateniesi, che spiega loro che sono pronti ad invaderli, che è il caso che si sottomettano senza accampare troppe questioni. I Melii resistono, e si spiegano, argomentano, chiedono agli Ateniesi di rimanere neutrali, per tante ragioni che appartengono al loro modo di guardare il mondo e ad un principio universale di giustizia nonché di quella che oggi chiameremmo autodeterminazione. Gli Ateniesi sono sorpresi e tagliano corto (per loro si tratta solo di «sospettose supposizioni riguardo al futuro»), con una replica di straordinaria intensità: «A quanto pare, dunque, da queste decisioni, voi siete i soli a considerare i beni futuri come più evidenti di quelli che avete davanti agli occhi; mentre con il desiderio voi vedete già tradotto in realtà ciò che ancora è incerto e oscuro». Vi fidate e la vostra «fiducia» nella «fortuna» e nella «speranza», sarà la causa della vostra rovina. Per dovere di cronaca, è il caso di ricordare che finì male per i Melii. Ma non è detto che le cose, questa volta, vadano altrimenti. E che chi crede nel futuro e nel fatto che sia migliore del presente, possa vincere, alla fine di una lunga corsa.

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