Come nell’inno del Pd di Jovanotti, oggi in commissione ambiente si è parlato soprattutto di "riunioni di rane". Rane verdi e rane rosse, dalle rane Lessonae a quelle di Lataste, da tutelare e da proteggere. Così almeno dice il titolo della legge, perché in realtà – con un emendamento del relatore – è stata introdotta la possibilità di ‘prelevarle’ (eufemismo che, come già per le peppole, significa catturarle e papparsele) in deroga alla legge stessa e alle direttive europee (quelle sì, di "tutela" e di "protezione"). Ogni anno presso gli "allevamenti amatoriali" (eufemismo numero 2) potranno essere catturare tutte le rane che vi si dirigono per riprodursi. Alle "riunioni" le rane andranno spontaneamente e gli "allevatori" – fino all’approvazione di questa legge aggiungere pure l’espressione "di frodo" (parola del relatore) – potranno prelevarne 15 esemplari al giorno per ciascuno "anche nel periodo di divieto di cattura in natura". Ovviamente cercheranno di distinguere se si tratta di rane protette o no (certo, come no?). Insomma, la legge di tutela della piccola fauna finisce con il portare all’estinzione della piccola fauna, perché il suo articolo principale deroga alla legge che si sta approvando. Tutto a cura della Regione Lombardia, che andrà nuovamente incontro alle sanzioni europee, come già accade per la caccia alla peppola, per cui spendiamo un sacco di soldi, oltre e pour cause a tirare giù interi stormi del popolo migratore. Complimenti vivissimi.

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