Il discorso di Ratzinger agli amministratori di Roma e del Lazio è un piccolo capolavoro del genere. E’ passato alla cronaca per gli attacchi un po’ ingiustificati e un po’ gratuiti a Veltroni (poi corretti con una nota del suo portavoce), ma i passaggi migliori non sono quelli dedicati al «gravissimo degrado di alcune aree di Roma» oppure al «rispetto» e al «sostegno» della famiglia «fondata sul matrimonio». I pezzi migliori sono i seguenti, con il che si spiega tutto (o quasi): «In questo contesto esprimo viva gratitudine alla Regione Lazio per il sostegno offerto agli oratori e ai centri per l’infanzia promossi dalle parrocchie e comunità ecclesiali, come anche per i contributi finalizzati alla realizzazione di nuovi complessi parrocchiali nelle aree del Lazio che ne sono ancora prive». Un passaggio che spiega come è possibile superare il degrado di alcune zone di Roma e del Lazio, non c’è che dire. Ma ce n’è un altro ancora più significativo: «Sappiamo bene quanto siano gravi le difficoltà che deve affrontare nell’ambito della sanità la Regione Lazio, ma dobbiamo ugualmente constatare come sia non di rado drammatica la situazione delle strutture sanitarie cattoliche, anche assai prestigiose e di riconosciuta eccellenza nazionale. Non posso pertanto non chiedere che nella distribuzione delle risorse esse stesse non siano penalizzate, non per un interesse della Chiesa, ma per non compromettere un servizio indispensabile alle nostre popolazioni». Chiaro, no?

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