Luca De Biase, Economia della felicità, Feltrinelli: ne avevo parlato qualche giorno fa con Antonio, che lo ha già recensito cogliendone gli aspetti più significativi. Riecheggiando alcune pagine di Tony Negri che sono piaciute molto anche a me – sul tratto inevitabilmente collettivo della proprietà intellettuale – De Biase offre spunti notevoli per una maggiore comprensione di quanto sto facendo anch’io nel mio (molto) piccolo e per una descrizione compiuta della rivoluzione economica che la rete porta con sé. La morale, scusate se sono banale, è il rovescio della pubblicità di MasterCard. Alcune cose, come ad esempio la creatività, l’intersoggettività, la possibilità di riconoscersi in una community, l’occasione di crescita culturale e insieme d’incontro, non hanno prezzo e un prezzo (o quantomeno un valore) ad esse andrebbe invece attribuito: per uscire dalle rigide quantificazioni del Pil e per indirizzarci al tema della qualità della vita, in un’ottica di reciprocità a cui la gratuità (il «non aver prezzo») della dimensione del dono ci invita dichiaratamente.

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