Ho molto apprezzato la relazione di Damiano Di Simine al congresso regionale di Legambiente. Sono soprattutto le preoccupazioni di Di Simine che condivido e che mi hanno particolarmente colpito. Vado per punti:
1. Di Simine denuncia «una nuova norma dirompente per i parchi, che prevede che i comuni, d’accordo con l’assessore regionale di turno, possano prevedere in via speditiva edificazioni nelle aree vincolate superando leggi e confini di aree protette»;
2. Il presidente di Legambiente Lombardia sostiene che «ogni trasformazione di un suolo» debba essere «accompagnata da misure di compensazione ecologica, da attuare prima di aprire il cantiere edile»;
3. Infine Di Simine, che guarda con preoccupazione alle ulteriori modifiche della legge urbanistica (per quanto riguarda le aree agricole), stigmatizza anche il provvedimento, proposto dall’assessore Cattaneo, che «in nome delle redditività dei progetti autostradali più strampalati, prevede che chi realizza un’autostrada abbia titolo anche di costruire quello che gli pare intorno all’autostrada, traendone profitti che giustifichino l’investimento autostradale: dalla finanza di progetto alla speculazione bella e buona, nessun angolo di Lombardia è più al sicuro».
Sono d’accordo e mi chiedo: se Veltroni nella sua segreteria nazionale ha voluto due legambientalisti, cosa farà il Pd lombardo? Ascolterà e promuoverà la linea politica qui riassunta, o cederà ad una logica di appeasement con Formigoni anche in campo ambientale? Sceglierà il sentiero dello sviluppo sostenibile o l’autostrada della modernizzazione asfaltatrice e cementizia? Lo scopriremo solo facendo politica…

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