Il Post pubblica un editoriale sull’Italia di oggi e sulla Prossima. Ci parla della nuova fase e di un effetto psicologico che sta facendo a molti di noi:

Il rischio è che entriamo tutti in questo assopimento, stremati come siamo da una politica pubblica che in questi anni è stata inconsistente quanto soffocante: non ne possiamo più, la rissa si è improvvisamente sgonfiata, e abbiamo una gran voglia di rimuovere il pensiero, adattarci a un’impressione di nuova normalità, fingere che quel PD che non ci convinceva un mese fa riappaia improvvisamente grande forza modernizzatrice e attraente tra un anno, o che quel che mancava alle sue correnti innovatrici si costruisca da solo mentre noi non stiamo attenti. O che qualcos’altro succeda intorno, da solo.

E, invece, c’è da fare di più. Ed evitare la sindrome del letargo della politica di cui molti sembrano essere affetti, perché di politica ne serve, eccome. E proprio ora.

Ridurre i battiti cardiaci e ridimensionare le funzioni vitali, in attesa che passi quel «congelamento» di cui scrive Il Post, potrebbe essere rischioso. E di giorni della marmotta e di preoccupanti ‘dormite’ programmatiche abbiamo per altro già fatto esperienza, in questi anni, fino a non poterne più di dirci impreparati, sempre e comunque.

Se proprio vogliamo restare in metafora, allora, dobbiamo piuttosto fare incetta di proposte e sfruttare questo momento di sospensione (e di apprensione, per altro, per la situazione del Paese) per costruire insieme un progetto ambizioso. A cui lavorare, sotto traccia, perché di ricerca di visibilità ora non ne ha bisogno nessuno, ed è salutare farne a meno. Per cercare di valutare le “cose stesse” e non solo l’effetto immediato che fanno.

Dobbiamo insomma immaginare che quella campagna politica ed elettorale che ci porterà al 2013 (qualcuno sussurra che la data potrebbe essere anticipata, ma poi si smentisce per pudore) sia già iniziata. E che sia il momento di ritrovare quel coraggio che è mancato finora un po’ a tutti.

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