Domani il Consiglio regionale è convocato per discutere la terza leggina (questa volta in versione sprint) per intervenire sulle politiche urbanistiche della città di Monza. La legge prevede una proroga di tre mesi (ma all’inizio erano sei e magari qualcuno in aula proverà a ritornare a questa previsione) per l’approvazione del Pgt. Una norma fatta apposta e apparentemente in contraddizione con quanto sta accadendo a Monza. Il tavolo tecnico che esamina le osservazioni dei cittadini ha infatti concluso il proprio lavoro e il Pgt è pronto per andare in aula ed essere approvato entro domenica 7, ultimo giorno utile per la sua votazione definitiva. Non si capisce, quindi, perché una proroga e perché così larga. A meno, ovviamente, di non voler pensare male, alla luce di quella protervia legislativa che la Regione ha già usato nei confronti di Monza e di cui al solito trarrebbero beneficio i proprietari di aree attualmente verdi o agricole (da questo punto di vista, la Cascinazza rischia di diventare da fine ultimo a utile strumento per moltiplicare le occasioni edilizie). Daremo battaglia in aula, per respingere questo oggetto o quantomeno per limitarne gli effetti, nella speranza che Mariani sia di parola, nonostante le dichiarazioni contraddittorie della sua giunta, e voglia approvare il Pgt così come previsto dalla legge. Senza pasticci e senza ambiguità.

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