Mi ero ripromesso di non acquistare mai un libro con un titolo come: "Qualcosa spiegato a qualcuno", ma questa volta ho fatto un’eccezione. Sì, perché L’Italia spiegata a mio nonno di Federico Mello (Mondadori) è un libro di grande interesse. Per prima cosa, ‘discende’ da un blog (consigliabilissima la visita). In secondo luogo, adotta un linguaggio diretto, mai però banale, per porre questioni semplici e drammatiche insieme: la condizione dei giovani in Italia e, soprattutto, il loro futuro. Terzo, mi convince l’idea di rivolgersi al nonno: si tratta con evidenza di un espediente letterario, ma contiene in sé l’invito ad una riflessione che superi i confini generazionali (in politichese si chiamerebbe "patto generazionale", quello che Mello propone) senza però scadere nella retorica buonista. Perché si parla di pensioni e si denuncia l’incertezza dei ventenni e dei trentenni di oggi per il loro futuro, perché si parla di natalità  quale elemento centrale (come fa Enrico Letta, con una giusta intuizione), perché la condizione femminile è presentata per quello che è (lontana dagli standard europei), perché la precarietà è il problema dei problemi (e Mello lo spiega perfettamente), perché gli affitti che esplodono sono denunciati senza tanti giri di parole, perché si spiegano le ragioni della dipendenza dalla famiglia di provenienza che sembra non svanire mai. Temi certamente già noti, che Mello ha però il merito di declinare con un andamento ‘rap’ (così si presenta sul proprio sito), rovesciando alcuni luoghi comuni: che ad esempio chi sostiene la famiglia debba per forza essere un tradizionalista. Ovvero, al rovescio, che solo un tradizionalista possa difendere un’idea di famiglia (e di progetto di vita), che interroga le coscienze più sensibili del Paese. C’è molto che non va, in Italia. Speriamo che al nonno la lettura sia utile. Soprattutto se il nonno fa parte di una classe politica che deve tornare ad occuparsi con chiarezza e serietà dei problemi veri degli italiani, senza offendersi in continuazione, come sta accadendo in questi giorni. E senza scadere nel qualunquismo: perché è di risposte che abbiamo un dannato bisogno. Nonni o nipoti, non fa differenza.

  •  
  •  
  •  
  •  

Commenti

commenti