Un macchinario selettivo barocco e antidemocratico? Forse no

Mario Pirani parla delle primarie del Pd: «La delusione è, per contro, palpabile. Il timore che la perigliosa iniziativa sfuggisse di mano alle due nomenclature di riferimento ha prodotto un macchinario selettivo barocco e antidemocratico. Il suo funzionamento è difficilmente comprensibile, di nessuna attrattiva, dissuasivo nei confronti di ogni desiderio di partecipazione. Lo spezzatino delle liste per circoscrizione, la duplicazione delle medesime (più di una per candidato), la designazione delle candidature ad opera di piccoli gruppi di vertice addetti alla bisogna, il rifiuto di permettere le preferenze, così da controllare e gestire rigidamente l’ordine di ogni lista dei designati, (ricalcando l’aborrita – a parole – legge elettorale vigente): questi gli aspetti salienti del marchingegno messo in piedi». Molto tempo fa, parlai di porcellinum, a proposito del sistema elettorale per le primarie. I risultati confermano la previsione: passeranno solo i capilista e poco più, le liste si confondono tra nazionale e regionale, c’è un clima stanco e un po’ disilluso. Ci rimane solo da sperare che sia la partecipazione dei cittadini a rilanciare il progetto. E che dal 15 ottobre si parta con uno slancio diverso. Personalmente parteciperò, benché mi senta anche io una delle “solite facce” (nonostante l’ancor tenera età politica), perché credo che il progetto valga più dei metodi con cui si sta cercando di attuarlo. E lo farò parlando esclusivamente di contenuti, per cambiare la politica. Come ormai ci chiedono tutti.

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