Le ubbie dell’hub. Le cose che su Malpensa non vi hanno detto

Di Malpensa si è detto tutto e il contrario di tutto. In Consiglio regionale è stato votato oggi un ordine del giorno bipartisan per intervenire a salvaguardia dell’aeroporto lombardo. Si è parecchio sorvolato, come sempre, sulle responsabilità della Regione Lombardia, che è difficile riassumere in poche righe: in questi anni, non si è affrontata seriamente una programmazione del sistema aeroportuale lombardo; i collegamenti verso l’aeroporto varesino non sono migliorati: i ritardi della pedemontana e dei collegamenti ferroviari (si pensi alla Brianza) hanno caratterizzato il quinquennio di Berlusconi al Governo (e di Formigoni in Regione); non si è affatto limitato il ruolo di Linate, anzi: il Tavolo Milano ha stabilito che l’opera prioritaria da finanziare nell’area milanese è proprio la quarta linea del metrò, che da Lorenteggio va proprio a Linate; sono cresciuti gli altri aeroporti, a cominciare da Orio al Serio; non è stato condiviso con le altre regioni un piano complessivo che potesse essere condiviso dal famoso Nord (la Padania non sta né in cielo né in terra, potremmo dire); la questione Alitalia, sempre e costantemente richiamata, non è stata affrontata dai lombardi al governo nemmeno quando il presidente era leghista; al di là di un protezionismo nordista di maniera, non si è mai andati, in una contrapposizione con Fiumicino quasi caricaturale. Formigoni è quantomeno corresponsabile di questa situazione e riesce ogni volta a passare per il salvatore della patria. Ma a chi viaggia non sfuggirà che l’hub lombardo porta con sé molte ubbie e molte ipocrisie, che sarebbe il caso di superare, se si vuole fare sul serio.

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