Quella donna geniale che risponde al nome di Marta Meo ha qualche tempo fa inventato un format, “La valigia”, per riflettere su quello che intendiamo portare nel Partito democratico (e quello che si vuol lasciare a casa, o magari dimenticare), nella speranza di non essersi scordati qualcosa di fondamentale (come il ‘solito’ spazzolino che ci si accorge di non avere portato con sé appena arrivati nell’albergo che ci ospita dall’altra parte del pianeta…). Pierfrancesco Majorino rimane in metafora e propone cinque titoli da portare con sé per comporre tutti insieme la biblioteca del Pd (Majorino propone Foa, Yourcenar, Bonomi, Melville e Coe, non necessariamente in quest’ordine). I miei cinque sono i seguenti (e ci sarebbe anche un video, Una scomoda verità). Provate anche voi: è un’esperienza utile per la rappresentazione che vogliamo dare di noi stessi e del nuovo partito.
In viaggio con Alex di Fabio Levi, sulla vita e gli scritti di Alexander Langer;
Un giorno questo dolore ti sarà utile di Peter Cameron (giuro: non è dedicato al governo Prodi, anche se il titolo lo farebbe pensare 🙂 ;
Il fondamentalista riluttante di Hamid Mohsin, per comprendere alcuni aspetti dialettici del mondo contemporaneo;
La democrazia che non c’è di Paul Ginsborg, per non ripetere errori già commessi e per una bella e nuova politica davvero democratica;
Pesca al salmone nello Yemen di Paul Torday, perché la globalizzazione è un fatto maledettamente complesso e altrettanto sorprendente…

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