Per iniziare nel migliore dei modi la settimana, vi offro un croissant. Anzi, per la verità l’etimologia della parola: «La grande storia ha addirittura condizionato la nascita del croissant, il Kipfel ‘lunetta’, il cornetto o brioche a forma di mezzaluna: occorre riandare a uno dei grandi momenti dello scontro frontale tra Oriente e Occidente, l’assedio e la battaglia dei Turchi davanti a Vienna […]. Pare che croissant, vocabolo francese, dal significato letterale di ‘crescente’, abbia dato il nome al dolce proprio per la sua forma di luna (crescente). I primi croissant sono stati preparati a Vienna, dopo la fine dell’assedio della città, a ricordo della mezzaluna turca sconfitta». E’ una delle numerose scoperte di Tra le pieghe delle parole di Gian Luigi Beccaria, Einaudi. La storia delle parole e ancor più la loro ‘vita’ sono al centro di una indagine che mi sento di consigliare vivamente. Per scoprire perché diciamo “gatta morta” o “mosca cocchiera”, per capire da dove viene l’acqua di seltz e per sapere perché il cucchiaio si chiama così. Ma soprattutto per capire che, attraverso le parole, i loro percorsi e i loro meandri (altro termine di cui Beccaria ci illustra l’origine) scopriamo che le tradizioni e le culture (che poi sono una sola) sono complesse e impossibili da separare una volta per tutte, come qualcuno pretende di fare, in questo nostro tempo devastato e vile. Perché la settimana inizi con una luna crescente, dunque, e perché non perdiamo la tramontana. Che in spagnolo si dice perder el Norte, perdere il Nord. Guarda caso…

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