Torino, "la città del Nord che non si vuole mai contrapporre allo Stato". Una location che è già un programma politico. Lingotto. Pubblico e tensione da finale dei Mondiali: il discorso dura 90 minuti più recupero. Di buon calcio politico. A fare da sfondo, colline verdi e città italiane. Veltroni si rivolge a quelli che chiama, con felice intuizione,  "nuovi italiani". "Un tempo nuovo, di libertà e di ricerca fuori dai recinti ideologici": "tempo di ponti, non di filo spinato". L’era di Veltroni è iniziata, con un’immagine semplice e forte, come le sue parole. Veltroni lancia subito la sfida "ai conservatorismi di destra e di sinistra". La strada è stata lunga: dalla Resistenza alla vittoria della soggettività femminile, dalla lotta al terrorismo all’impegno per la pace. Ma "il Pd non è la pura conclusione di un cammino, non può essere inchiodato al passato". E’ e deve essere "un partito del nuovo Millennio, forza del cambiamento". E’ finito il tempo della "politica chiusa", che si traduce nella "richiesta di aderire ad una corrente o ad un gruppo di potere", anziché ad un grande partito. "Nel Pd ognuno sarà alla stessa stregua dell’altro": un invito a celebrare il 14 ottobre come momento storico della politica italiana, l’esordio di una forza intrinsecamente "plurale": "la grande forza riformista che l’Italia non ha mai avuto", che partì molto tempo fa, dai comitati di cittadini del 1995, un’esperienza importante – per me, la prima in assoluto.
Il perno è "la libertà e la fluidità sociale". Per il Pd è la "ragione della sua stessa esistenza": le "capacità di ciascuno" devono essere "messe alla prova al di là delle posizioni di partenza".
Più volte Veltroni, a questo proposito, richiama "la precarietà da combattere", soprattutto quella che si manifesta nel "tempo fantastico" della vita dei giovani italiani. "A loro viene chiesto solo di aspettare".
Ma "la vita non può essere saltuaria, non può essere part-time". "Parlo da italiano", dice Veltroni, denunciando gli "indizi di un declino possibile": la tendenza all’illegalità diffusa, la rendita e chiusura corporativa, le forme di intolleranza, omofobia, chiusura. E poi dedica un lungo passaggio alle imprese del Nord, all’economia delle medie e micro-imprese. "La battaglia non è contro la ricchezza, ma contro la povertà", come disse Olof Palme.
Veltroni si dedica ad un tema centrale nella proposta politica del Pd, il clima, gli obiettivi del 20% della Ue, una politica ispirata a Kyoto, con incentivi e premi come quelli stiamo ostinatamente cercando di introdurre nella nostra Regione. Non si può dire no all’alta velocità. Non si può dire no allo smaltimento razionale dei rifiuti. "L’ambientalismo del sì", un mio personale cavallo di battaglia. "Conservare e innovare sono una cosa – precisa Veltroni – per l’ambiente". 
Veltroni troneggia (veltroneggia?) quando torna a parlare dei "due bambini" dell’immobilità sociale, che le condizioni di partenza tengono distanti, l’uno fortunato, l’altro no, per tutta la vita. Un tema che sento più di ogni altro, il vero cardine del Pd e della politica, con cui ho recentemente chiuso, a Desio, la prima puntata del Rovesciata tour, rispondendo alla domanda "che cosa mi aspetto dal Pd". Ecco quello che mi aspetto.
Altri capitoli sono stati degni di nota. Li passo in rassegna velocemente. Spesa pubblica: Veltroni denuncia la Sinistra del "tassa e spendi". La sicurezza: multiculturalità e rispetto della legge stanno insieme, "insieme stanno e insieme cadono". Sistema politico: un appello al bipolarismo. Doppio turno alla francese, contro la frammentazione, 14 gruppi parlamentari, 10 partiti di Governo… "basta", dice Walter. "Democrazia è decisione". Bisogna cambiare. Il referendum è l’extrema ratio. Voti, non veti, quindi. "E, ancora, l’invito ad uno Stato semplice, non barocco". Un richiamo, che sento fortemente, alla sobrietà della politica, non all’antipolitica:  "la politica è insostituibile". Quella buona, che conserva il "carattere lieve e ambizioso" come tratto qualificante della politica moderna quando essa funziona e sa rappresentare la società, proprio perché è una politica che conosce il "confine della sobrietà e del rispetto dei problemi reali delle persone". Un tema che mi è carissimo, e nel quale senza esitazioni mi riconosco.

Non so se sono un vero veltroniano, come tanti vogliono essere o sono diventati nelle ultime ore, ma mi sento rappresentato da questo leader e dalle sue parole. Voltiamo pagina, chiede Veltroni. Non vedo l’ora.

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