Ieri abbiamo votato il progetto di legge per il Parlamento sul federalismo fiscale. Noi, come quasi sempre, ci siamo astenuti. Al momento della votazione la maggioranza non aveva nemmeno il numero legale, tale era il "momento storico" per la nostra Regione. Formigoni, il presidente iperfederalista, non era nemmeno in aula: al solito, nei "momenti storici" ha di meglio da fare. Il testo, presentato dalla Lega, pur corretto grazie all’approvazione di alcuni nostri emendamenti, è un superspot padano e poco più. Pretendere che la Lombardia trattenga l’80% dell’Iva e il 15% dell’Irpef è insostenibile e fa parte di uno schema consolidato: chiedere troppo, ottenere nulla e potersi lamentare per qualche anno ancora. Uno schema che la Lega interpreta da vent’anni, che era stato consacrato dalla devolution e che ora viene riproposto tout court senza alcuna riflessione critica sui rapporti tra Milano e Roma e su come fare davvero un federalismo equilibrato e serio. Ci auguriamo, come ha detto Galperti (segretario regionale della Margherita), che si superi la fase della propaganda per fare le cose che servono. Per ora in Lombardia proprio non ci si riesce.

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