Mi scrive Marco C:

Caro Pippo,
oggi ho avuto la rattristante notizia che, in base ai nuovi “studi di settore”, dovrò forfettariamente versare circa 150 euro tra IVA e tasse allo Stato, in quanto si presume dannatamente che un ingegnere libero professionista come me (in partita IVA non proprio per scelta) guadagni almeno x mila euro. Non ho mai fatto un solo euro di “nero”, sia per convinzione personale e famigliare sia perché lavoro a contatto con società oneste (stranamente esistono!). La “percezione” che ho della politica fiscale del governo è disarmante, per uno che crede concretamente nel concetto di democrazia di sinistra: chidetemi tutto ma non presumete che sia un evasore.

un saluto,

Marco C

Non ho molto da aggiungere, salvo che la questione fiscale è il vero dramma dell’Unione. Dopo la Finanziaria delle aliquote che si spostavano nella notte facendo perdere di vista ciò che di buono c’era nel ritornare a una tassazione progressiva, abbiamo vissuto altri mesi di incertezza e di confusione (un periodo Speciale, non c’è che dire). Credo sia necessario (di più: tassativo) che il Governo offra presto di un quadro chiaro e un sistema semplice, che consenta di superare la difficoltà nel pagare le tasse, le ingiustizie (di cui l’evasione è comunque la più clamorosa), la confusione che rende felici solo i commercialisti. Liberarsi di tutto questo sarebbe la liberalizzazione più importante. E un motivo sicuro per gli italiani per tornare a votare centrosinistra. Speriamo lo capiscano e che i messaggi come quello di Marco arrivino anche a PS.

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