Uno dei temi più dibattuti della campagna elettorale monzese è stato il commercio degli ambulanti abusivi. Con l’espressione s’intende il ragazzo di colore che stende il lenzuolo e si mette a vendere borse e cinture, occhiali e foulard, quasi sempre contraffatti. I cittadini se ne lamentano, soprattutto perché questi abusivi danno un’impressione di degrado e ostacolano il passeggio. I commercianti ritengono di essere penalizzati, per gli stessi motivi e perché – sostengono – parte del loro incasso andrebbe perduto a favore di questi ambulanti abusivi. Ora, credo che si debbano fare due riflessioni sull’argomento: la prima riguarda il fatto che chi vende in dettaglio lo fa per conto di qualcuno che gli passa la merce. Banale? Certo, infatti in Italia nessuno se ne occupa. Eppure non sarebbe difficile seguire uno di questi ragazzi e individuare il capannone o la fabbrichetta dove questi pezzi vengono distribuiti. Pare a tutta prima più semplice che andare a prendere Bin Laden con i cacciabombardieri. E non c’entra la Bossi-Fini o la Amato-Ferrero e non c’entrano nemmeno le amministrazioni comunali, che tutt’al più – come per altro a Monza è sempre accaduto – sgomberano ogni due ore il campo. C’entrerebbero le forze dell’ordine che, anziché preoccuparsi dell’effetto, dovrebbero rivolgere il loro sguardo alla causa: ma evidentemente è compito difficile, apparentemente impossibile. Forse il centrosinistra dovrebbe occuparsi in modo responsabile di questo aspetto, chiedendo che si intervenga alla radice. Alla prima riflessione, ne va accompagnata un’altra: è incredibile che non ci si renda conto che dietro ogni ragazzo che mette il lenzuolo, vende una borsetta e scappa quando vede un vigile, c’è una storia di sofferenza. Che il ragazzo che vende ‘Prada’ non è un diavolo o un terrorista, ma è uno degli ultimi del mondo, l’altro per definizione. E che il male che ci fa è tutto sommato piccolo rispetto al problema che la sua vita è alienata con modalità ancora più gravi di quelle denunciate dal giovane Marx (che qualcuno, a Sinistra, rilegga i Manoscritti, please). Lo è in tutti i sensi e in modo globale, tanto che vende cose che non solo non appartengono alla sua cultura, ma che sono false su scala planetaria come i loghi dei prodotti che mette sul lenzuolo. E che non sono nient’altro che una piega della nostra società. E una domanda, profonda, a cui non basta uno zelante vigile urbano e un sindaco della Lega (magari con tigre al guinzaglio) per darle risposta.

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