«Consigliere Civati, complimenti, la voto ancora!». «L’ho vista nel video con il sindaco: bravo, avrà il mio voto». «Da quando c’è lei, so chi votare». Fa piacere incontrare tante persone che sentono il bisogno di testimoniare la loro stima. Però, lo dico una volta per tutte, non sono candidato. Detto altrimenti: votate i 40 candidati dell’Ulivo (solo uno per volta, mi raccomando), perché sono tutti bravi e capaci e perché, lo ripeto, non sono in lista per le elezioni comunali. La scelta è ampia: dal capolista Scanagatti, agli uscenti e alle novità, ai giovani e alle donne. Giuseppe Civati detto Pippo lo voterete, se ne avrete ancora voglia, la prossima volta. Mi viene in mente uno dei personaggi politici della nostra città a cui sono più affezionato (per il tramite dello scomparso e mai dimenticato Peppino Motta): Luigi Pavia. Il Cittadino, giornale vicino alla Curia, sconsigliò vivamente di votarlo, in occasione delle elezioni della Camera. Con tanto di titolo: «Non votatelo!» (espressione che è diventata anche il titolo di una raccolta degli scritti e degli interventi di Luigi che ho avuto il piacere di curare tre anni fa). Pavia, democristiano un po’ ‘luterano’, era considerato troppo sinistro e, quindi, poco affidabile. Per ragioni che voglio pensare analoghe, faccio mio l’invito, adottando il paradosso più bello e democratico della mia vicenda politica: «non votatemi!».

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