Non mi aveva convinto la sua campagna elettorale. Non mi era piaciuto il suo piglio blairiano e mi aveva sorpreso un certo qualunquismo che si è respirato nei lunghi mesi della sua corsa verso l’Eliseo. Ma ieri sera ho visto Ségolène Royal impegnata nel dibattito con il perfido Sarkozy (direbbe Luttazzi che è uno che se gli tagli la testa, le due parti continuano a muoversi autonomamente) e mi son detto: accidenti. Look impeccabile – e questo già si sapeva – serenità e determinazione. E uno stile perfetto. E mi è venuto in mente, per contrasto, il nostro Prodi alle prese con il cuneo fiscale, nel difficile tentativo di declinare televisivamente una campagna elettorale che per poco non abbiamo perso. I giornali stamane sostengono che Royal abbia faticato sulle 35 ore: a me, francamente, non sembra. Sembra piuttosto che fosse Sarkozy ad avere tutto da perdere, ad essere teso, a subire lo charme politico della signora Zapatera. Un fenomeno politico da indagare (a cominciare dalla sua straordinaria campagna web) che rischia di perdere per uno dei paradossi più incredibili della società contemporanea. E cioè che le donne, proprio loro, scelgano Sarkozy, in larga maggioranza, com’è capitato in occasione del primo turno. E’ incredibile ma rischia di essere così. P.S.: per chi volesse saperne di più, consiglio Ségolène Royal. Una donna per l’Eliseo, a cura di R. Cavagnaro, Editori Riuniti 2007.

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