Abbiamo già parlato del fatto che il centrodestra in Consiglio regionale, solo martedì, ha decretato l’inevitabile chiusura di centinaia di phone center, negando la possibilità di una semplice proroga di un anno perché i centri di telefonia fissa avessero il tempo di mettersi in regola come vuole la legge regionale. Oggi l’assessore leghista Davide Boni propone una norma ad hoc (l’ennesima) per rendere difficoltosa se non impossibile non solo l’apertura delle moschee (come era capitato l’estate scorsa), ma anche quella di ‘attrezzature per servizi religiosi’, cioè di semplici luoghi di preghiera. Nel frattempo, la Giunta comunale di Milano – una metropoli europea (evidentemente) – nega l’autorizzazione al nuovo centro islamico di via Padova perché l’edificio non sarebbe conforme al piano paesistico. Cavilli, norme, bizantinismi astrusi come pochi altri per non affrontare direttamente il problema dell’integrazione e delle sue criticità: questa è la politica della destra in Lombardia. E smettiamola di dire che è solo responsabilità della Lega: troppo comodo. Simili iniziative sono promosse da tutta la cosiddetta Casa delle libertà, in ogni istituzione in cui sia al governo (fortunatamente poche, purtroppo tutte "qui da noi"). Politiche sostenute anche da quei liberali e da quei ciellini che pure contano molto: ma che tacciono per ragioni di opportunità. La loro. Ecco chi sono gli autorevoli politici che vogliono fermare la globalizzazione con le norme urbanistiche. I paradossali ma purtroppo reali no global, quelli che non ne vogliono nemmeno sapere delle trasformazioni che riguardano le nostre città e la nostra società.

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