Oggi in Consiglio regionale, torna la questione phone center. La nostra campagna “Telefono casa” (che chiede di prorogare di un anno le misure decisamente restrittive previste dalla legge approvata all’inizio del 2006) ha rappresentato le reali preoccupazioni di chi, se i termini fossero confermati, si troverebbe a dover chiudere il proprio esercizio commerciale. Ciò significherebbe che ai cittadini stranieri verrebbe negato un servizio fondamentale per mantenere le proprie relazioni con la famiglia e con gli affetti rimasti a casa. Le regole sono importanti e vanno rispettate e fatte rispettare: vale la pena però di ricordare che, in alcuni casi, basterebbe abbandonare posizioni ideologiche e affidarsi al buon senso, per evitare soluzioni drastiche che, a pensar male, sanno tanto di razzismo. Il Tar è intervenuto la settimana scorsa, sollevando dubbi circa la costituzionalità del dispositivo di legge e rinviando alla Corte costituzionale la partita. Ci auguriamo che oggi il centrodestra voglia prendere una posizione di responsabilità. Tra qualche ora lo sapremo.

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