Mancanza di numero legale in Consiglio, questa sera, e, al di là del malumore conseguente, l’opportunità di non perdersi un evento culturale in un nuovo spazio della nostra città. Recatevi presso la stazione Fs, finalmente rinnovata, e anziché andare sui binari, salite una scaletta e troverete Areaodeon (e, sul sito, potrete ‘visitare’ i suoi innumerevoli progetti). Lo spazio è bello e un po’ berlinese, tra l’hi-tech e l’alternativo-design, la sala degli incontri e delle conferenze è suggestiva e calda, soprattutto se si pensa che è collocata in uno degli spazi tradizionalmente ritenuti più freddi, la stazione (almeno per chi si è dimenticato Calvino). Dall’altra parte della stazione, il Binario 7, con il nuovo teatro e la sede delle mostre sulla città, della comunicazione, degli incontri e delle conferenze culturali e politiche. A soli dieci minuti da Milano – Trenitalia permettendo – due spazi culturali di valore metropolitano. Questa sera, Areaodeon proponeva una retrospettiva su Marlon Brando e non ho potuto non pensare che una volta, solo qualche anno fa, trovare un appuntamento culturale in città era come andare a cercare il colonnello Kurtz nella giungla del Sudest asiatico. Monza sta cambiando: e, per rimanere in metafora, non serviva Zapata, né una compagine rivoluzionaria. E’ stato sufficiente il lavoro di Faglia e della sua amministrazione e l’apertura alle forze più creative della città, soprattutto a quelle orgogliosamente indipendenti come Areaodeon. Uno dei promotori, Marcello Arosio – che curiosamente si chiama come la via dove trova spazio l’associazione – ha vissuto tra Monza, Barcellona e New York: non è necessario, ma – come si suol dire – ‘aiuta’ se si vogliono avere orizzonti più ampli sulle ‘cose’. Avanti così: a Monza si vive meglio.

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